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Sardegna

Giornata diritti infanzia e adolescenza

La Giornata Internazionale e i molti diritti negati. Domani presentazione Rapporto Crc: ci sarà anche l'Uisp con Loredana Barra.

 

Diritti spesso negati o violati. La guerra a Gaza, così come tutte le guerre, espongono i minorenni a vilenze e violazioni. Non solo: la cronaca di tutti i giorni offre spunti non meno drammatici sulla situazione dei minorenni nel mondo e nel nostro Paese. Il 20 novembre ricorre la Giornata mondiale dei diritti dei bambini, istituita per celebrare l’adozione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e l’adolescenza (20 novembre 1989). 

"Questa giornata è importante, perché deve aprire una riflessione su quale sia la strada da compiere dal punto di vista concreto per tutelare i diritti dei nostri bambini. - dice Loredana Barra, responsabile delle Politiche educative e inclusione Uisp - Il primo pensiero va ai bimbi che si trovano nelle zone di guerra, che tutti i giorni muoiono sotto le bombe. Non possiamo pensare alla tutela dei bambini solo in questa giornata, ma dobbiamo mobilitarci con iniziative nell'arco di tutto l'anno. Anche nel nostro Paese c'è bisogno di intervenire sui diritti dei bambini, che hanno bisogno di essere curati, assistiti, di avere dei genitori, di avere una casa, di avere un'istruzione, in poche parola di avere pari opportunità. Nascere nella parte sbagliata del mondo o nel quartiere sbagliato di una città non può essere un limite alla tutela dei diritti". 

In questa occasione il Gruppo CRC pubblica il 13° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della CRC in Italia (13° Rapporto CRC), che verrà presentato martedì 21 novembre nel corso di un evento online.

Parteciperà anche l'Uisp con un intervento di Loredana Barra: "Sport, movimento ed educazione sono le parole chiave. Bisogna guardare lo sport come un valore educativo, formativo e di sviluppo psicofisico per tutti i bambini, e in quanto tale degno di tutele pubbliche. Le associazioni come la nostra hanno grandi potenzialità e grandi responsabilità. Lo sport è un ambiente molto frequentato dai minorenni: occorre saperli mettere a loro agio, tutelandone la sicurezza e l'integrità. L'Uisp si è dotata da tempo di una policy con un sistema di regole per gli adulti che entrano in contatto con loro, in quanto educatori e istruttori". 

Il 13° Rapporto CRC fornisce come sempre una panoramica completa di tutti i diritti riconosciuti dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC), raggruppandoli in 10 capitoli e 46 paragrafi. Dall’analisi e dal confronto con i 174 operatori e professionisti coinvolti nella stesura del Rapporto CRC emerge tutta la complessità della realtà odierna, ed emerge anche chiaramente la difficoltà che hanno sia i ragazzi che le famiglie a gestire tale complessità. Tutti concordi anche nel sottolineare che per comprendere a pieno tale complessità e fornire risposte adeguate è necessario uscire dalla logica degli interventi per singoli “settori” per avviare invece un processo di ricomposizione in grado di promuovere il benessere complessivo delle persone di minore età che vivono nel nostro Paese.

La fotografia che ci troviamo ad osservare è quella che ritrae una realtà in cui le ragazze ed i ragazzi che vivono nel nostro Paese manifestano un malessere diffuso, che si esprime in diversi modi, ma riguarda tutte le sfere dell’esistenza e coinvolge le diverse fasce d’età. Pesa la percezione di un futuro incerto: crisi economiche ricorrenti, crescenti disuguaglianze, pandemia, guerre anche ai confini dell’Europa. Nello stesso tempo resta viva in molti bambini e ragazzi, sia la consapevolezza delle sfide che il mondo attraversa, sia la volontà di impegnarsi personalmente e collettivamente per affrontarle. Su queste grandi risorse, di coscienza e di solidarietà, si può e si deve far leva per rendere bambini e ragazzi più protagonisti del loro presente e del loro futuro.

Il lungo isolamento generato dal COVID ha comportato il rarefarsi dei luoghi di incontro ed ha indotto molti giovani e giovanissimi a chiudersi in sé stessi, e ad un eccessivo utilizzo dei media. I dati a livello nazionale evidenziano una sorta di “onda lunga” dell’aumentato rischio di dipendenza tecnologica tra bambini e adolescenti.

In molte delle nostre città mancano anche punti di riferimento territoriali, luoghi aggregativi aperti, spazi gioco, contesti di socializzazione occasionali e liberi come piazze e cortili. Senza considerare il tema della scarsità di spazi verdi cittadini a disposizione di bambini e ragazzi, essenziali per lo sviluppo psicofisico.

È quindi necessario e doveroso che gli adulti assumano responsabilità e riconoscano le mancanze dell’attuale sistema per avviare un ripensamento complessivo delle politiche avendo un orizzonte temporale di lungo periodo ed in maniera che coinvolga tutta la comunità educante, se non si vuole perdere di vista un’intera generazione. E per far questo è centrale ascoltare le ragazze e i ragazzi, promuoverne il protagonismo e tenere conto delle loro esigenze e della loro opinione per giungere alla piena attuazione dei loro diritti.

Gli strumenti nazionali di programmazione vanno ripensati, se si considera che quanto previsto dai Piani nazionali di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, compreso l’ultimo, si risolvono troppo spesso in un esercizio di confronto teorico che non viene tradotto in programmazione e politiche mirate al raggiungimento degli obiettivi identificati come prioritari.

Il Gruppo CRC, facendo leva anche sul prossimo appuntamento con il Comitato ONU, intende portare l’attenzione delle istituzioni sulle criticità del nostro sistema, valorizzare i punti di forza che emergono anche delle molteplici esperienze condotte a livello territoriale per innescare un cambiamento sistematico che veda tutti protagonisti nel farsi carico delle esigenze di una “generazione sospesa” tra sogni e incertezze.

 

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